Il coraggio di Alessandra Torresani, da madre a donna pilota

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Alessandra Torresani, in pista ad Adria

Alessandra Torresani, da moglie e madre di due splendidi ragazzi a donna pilota. Una scelta effettuata a 40 anni, che dimostra il coraggio di chi non si arrende mai. Parole di speranza, per una società ancora troppo “maschilista”. In un’intervista in esclusiva, si racconta con semplicità, con lo sguardo rivolto al futuro.

Una scelta importante, quella di guidare, che è sorta all’età di quarant’anni. Cosa l’ha spinta a soddisfare già in età “matura” tale desiderio?

“Fin da piccola ho sempre avuto la passione per i motori, mai messa in pratica perché mi sono sposata relativamente giovane: ho avuto due figli che hanno rispettivamente 24 (il maschio) e 15 anni anni (la femmina) e di conseguenza non avevo molto tempo per me. Poi un giorno mio marito mi ha iscritto alla Boxster Lady Cup per farmi una sorpresa ed io mi sono ritrovata in un autodromo, per l’esattezza quello di Misano, in pista con una Porsche e un istruttore che mi spiegava come affrontare le curve. Non ero mai entrata in un autodromo, tanto meno in pista, eppure quando sono scesa ero al settimo cielo ed avevo l’adrenalina a mille. Ecco, in quel momento ho capito che non avrei più smesso.

Dopo aver seguito tutti gli step dei corsi Porsche e due anni in pista in tutti gli autodromi con un istruttore personale, ho debuttato nel 2010 a Misano nell’ultima gara di campionato della Cayman Cup.

Un inizio davvero particolare, quindi. Chi era Alessandra Torresani prima di tale scelta? Cos’è cambiato nella Sua vita?

“Da ragazza ho praticato molti sport. I veri successi li ho raggiunti a soli 14 anni, nella pallacanestro, giocando come riserva in serie A, superando i test per la Nazionale. Per motivi familiari non ho potuto cambiare città, quindi dopo un po’ di anni mi sono dedicata allo sci ed alla pallanuoto. Poi, una pausa per parecchio tempo, per dedicarmi alla famiglia, ma sono sempre stata una mamma con la passione per le auto sportive e potenti.

Cos’è cambiato? Finalmente mi sfogo in pista e prendo meno multe per strada ed ho la fortuna di far parte di un mondo bellissimo ed entusiasmante, nel quale ho conosciuto tanti nuovi amici; questa è la parte che mi piace di più”.

Quale la Sua ultima gara? Ora per cosa si sta preparando?

“La mia ultima gara è stata a Luglio al Mugello, dove purtroppo ho praticamente distrutto la mia Ibiza per un mio errore. Ora mi sto preparando per fare dei test con la Leon in previsione del prossimo anno”.

Errare human est… com’è il Suo rapporto con le altre colleghe? Tra voi c’è solidarietà o competizione?

“Allora…. io vorrei sfatare questo mito, come molti pensano, che noi donne siamo in competizione. Quando siamo in gara io non penso se davanti o dietro a me c’è una donna o un uomo, ma solo che in quel momento è un mio avversario da superare o da non far passare. Fuori dall’abitacolo con le mie colleghe c’è un rapporto d’amicizia e molte volte di complicità. Poi ci sono simpatie ed antipatie senza distinzione… “

Alessandra Torresani, da donna pilota a madre

Alessandra Torresani, da donna pilota a madre

Come in ogni campo, direi. Alessandra Torresani è però, oltre che pilota, donna, quindi madre, moglie… ci darebbe uno spaccato della Sua vita quotidiana?

“La sveglia di mattina per me suona sempre molto presto, alle 6.30. Quando mia figlia va a scuola devo cercare di svegliarla perché la non sente mai! La mia giornata prosegue cercando di inventarmi qualcosa da mettere in tavola per il pranzo e la cena… odio cucinare! Raramente faccio shopping ma una volta alla settimana vado dall’estetista, visto che l’età avanza (n.d.r.: per una con la personalità e la bellezza di Alessandra… ). Nel pomeriggio seguo o perlomeno mi assicuro che mia figlia svolga i compiti, a volte mi concedo un aperitivo o una cena con amici. Insomma, una vita molto tranquilla… “

Se Sua figlia Le dicesse: ”Mamma, voglio diventare pilota”, come reagirebbe?

“Ne sarei felice, anzi ci ho provato: l’ho messa sul kart ed era anche brava ma ha smesso perché non ne era entusiasta. Mentre mio marito ha tirato un sospiro di sollievo: due donne in famiglia con il casco? Non ce l’avrebbe proprio fatta!

La bimba segue le gare dalla TV o dal vivo? Come vive questa Sua passione?

“I miei figli sono venuti una sola volta in autodromo per vedere una mia gara, l’ho chiesto espressamente io di non esserci fisicamente perché non riesco a concentrarmi. Mi seguono in diretta televisiva e mi telefonano subito dopo la gara per sgridarmi o farmi i complimenti.

Mia figlia la vive come motivo d’orgoglio e lo racconta alle amiche, che inizialmente credevano stesse scherzando. Poi, dopo avermi vista in televisione, hanno capito che aveva una mamma un po’ fuori dal comune”.

Alessandra Torresani è davvero una donna singolare, lo scoprirete dalle sue ultime risposte, ironiche e acute quanto la sua intelligenza.

L'auto con cui Alessandra Torresani gareggia

L’auto con cui Alessandra Torresani gareggia

Suo marito appoggia la Sua scelta, Le è accanto, La sostiene. Una curiosità: in auto, chi guida, Lei o Suo marito?

Beh, diciamo che è un po’ “colpa sua” se ho cominciato. Detto questo, sì, mi sostiene sempre, soprattutto quando torno a casa avvilita perché la gara è andata male o quando vado a sbattere.

Guido io perché altrimenti litighiamo. Lo sgrido sempre per come tiene le mani sul volante, se accelera troppo presto o troppo tardi in curva, insomma quando sto a fianco a qualcuno sono un po’ maestrina. È più forte di me ma ci tengo moltissimo alla sicurezza: sono istruttrice di guida sicura non posso far finta di niente!”.

Una domanda “seria”, ora. Donne e lavoro: difficile il loro inserimento senza un’applicazione di norme che le facilitino. Crede che l’Italia sia al passo di tanti altri Paesi europei? Se no, cosa migliorerebbe?

“Assolutamente no, non siamo al passo con altri Paesi Europei: alle donne italiane manca un aiuto concreto quando finisce il periodo della maternità. Gli asili nido costano troppo e le neo mamme devono contare su nonne, mamme, zie ecc. Dovrebbero essere agevolate con le rette, soprattutto degli asili nido, ed avere degli orari più flessibili nelle scuole materne”.

Qual è il Suo primo pensiero appena sveglia? E l’ultimo prima di andare a letto?

A mio figlio maggiore che è nato con una disabilità ed al quale vorrei rendere la vita più serena possibile.

Per un secondo La guardo in faccia, Le sorrido, con stima, così mi vien da chiedere, per una che ogni giorno affronta la vita con coraggio :“Infine, analizzando il fattore “paura” – a come la gestisce in pista – e ai recenti fatti di cronaca, cosa si sentirebbe di dire alle donne vittime del terremoto, scampate ad esso, che costantemente vivono nel terrore di un’altra scossa?”

“Domanda veramente difficile… la mia paura è una paura che ho scelto di avere e che posso gestire in base anche a quello che decido di fare o non in pista. Quella delle donne terremotate, invece, è una paura difficilmente gestibile, che scaturisce da un evento imprevisto e non controllabile. Nei loro confronti ho una grande solidarietà e mi auguro riescano a ritrovare la serenità, ma per quelle che hanno perso i figli sarà veramente difficile”.

Accogliendo quindi la speranza di Alessandra, invitiamo tutti i lettori a sostenere le famiglie di Amatrice e degli paesi devastati, inviando un sms vuoto al numero attivato dalla Protezione Civile, il 45500, e a condividere questo articolo, per donare uno spiraglio di luce a tutte le donne che ne hanno bisogno. Come Alessandra, tutte noi possiamo farcela!

Lidia Ianuario

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Twitter: @LidiaIanuario