MotoGP, le pagelle di Austin

Le-pagelle.jpg
ALEX RINS 10
Non è più il caso di parlare di giovane promessa, quello visto in Texas è un talento ormai consacrato, un top rider a tutti gli effetti. Avevamo detto di come la sua efficacia in gara fosse fuori discussione, e che avrebbe solo dovuto risolvere il problema delle qualifiche. Ad Austin gli è stato sufficiente partire in terza fila, il resto lo ha fatto la sua guida forse poco appariscente ma quanto mai pulita, morbida e precisa che si sposa alla perfezione con la grande ciclistica della Suzuki. Maestoso.
VALENTINO ROSSI 8,5
Sentimenti contrastanti per lui e per noi, combattuti tra il rammarico per una vittoria sfiorata ed un secondo posto comunque molto positivo. Lasciando da parte le solite considerazioni sull’età, non si può non restare impressionati dalla tenacia con cui all’inizio tentava di tenere il passo di Marquez e dalla lucida follia del disperato assalto all’ultimo giro. La differenza che sta facendo in Yamaha è quasi imbarazzante… per gli altri.
JACK MILLER 7,5
Bella gara la sua, al termine di un weekend davvero convincente in cui è stato costantemente il primo dei ducatisti. E’ vero che dispone di una GP19 con cui ha un gran feeling ma inizia a diventare un riferimento scomodo anche per il team interno. Paga in parte l’azzardo delle gomme soft ma il suo inizio di stagione è davvero positivo.
ANDREA DOVIZIOSO 6,5
Raddrizza in parte e grazie ad un pò di fortuna un fine settimana tribolato e si ritrova in testa al mondiale quando il proposito era quello di limitare i danni. Bravo comunque a restare calmo e lucido ed a sfruttare l’occasione davvero insperata.
FRANCO MORBIDELLI 7
Bella gara la sua, solida e concreta. Dispone di una M1 2019 ed i miglioramenti della moto si vedono anche dalle sue prestazioni. La presenza di Ramon Forcada al suo fianco è garanzia di una crescita costante.
DANILO PETRUCCI 6
Abbonato al sesto posto, il terzo consecutivo nelle prime tre gare, il dubbio che comincia ad insinuarsi è che il suo potenziale sia un pò quello. Come già detto questo è un anno fondamentale per il ternano che a fine 2019 sarà in scadenza di contratto, e le voci sulla promozione di Miller nel team ufficiale di certo non lo aiutano. Serve un cambio di passo.
POL ESPARGARO 7
Quando arrivò in MotoGP si parlava di lui come di un possibile nuovo Marquez, e l’idea che fosse un pò sopravvalutato non era così peregrina. Ma quello che sta facendo con la Cenerentola Ktm è degno di nota, con una miracolosa seconda fila in qualifica ed un ottavo posto in gara. Certo il distacco è sempre pesante ma non è certo colpa sua.
FRANCESCO BAGNAIA 6
Dopo gli stupefacenti test precampionato, un inizio di stagione più difficile del previsto ma il ragazzo è solido e sta poco a poco trovando la strada.
MARC MARQUEZ 4
Ad Austi va in scena la caduta degli dei e lui qui vuole a tutti i costi vestire i panni del protagonista. Un errore clamoroso e quasi incredibile di cui lodevolmente si assume tutte le responsablità, ma forse quella sensibilità di anteriore della RCV 2019 in inserimento nelle curve lente è effettivamente un problema. Occasione sprecata, che se non altro rende il campionato un pò più vivace, perchè sul fatto che resti il grande favorito non ci sono dubbi.
CAL CRUTCHLOW 4
In Argentina avrebbe potuto fare podio e si è giocato la gara per la penalizzazione subita, qui l’occasione buttata al vento è tutta roba sua. Viste come sono andate le cose avrebbe potuto puntare perfino alla vittoria. Ansia da prestazione.
MAVERICK VINALES 4
Quello del Top Gun Yamaha sta diventando un vero e propro caso, così come le irrisolvibili difficoltà in partenza. Forse proprio l’ansia di non sbagliare lo start lo ha fatto muovere prima del tempo e gli è costata la penalità. Resta il fatto che dopo tre gare Vinales ha racimolato solo 14 punti e quello che doveva essere il futuro di Yamaha appare quanto mai incerto.
JORGE LORENZO 5
Un affiatamento con la Hnda che si sta rivelando davvero problematico. Le caratteistiche della moto sembrano antitetiche rispetto alla sua guida ma si diceva così anche della Ducati, quindi diamogli tempo. Certo la preoccupante crisi di affidabilità della RCV non lo aiuta.
ANDREA IANNONE 4
Porta al traguardo l’unica Aprilia ed il fatto di avere due Ktm alle spalle gli evita di essere ultimo, ma segnali di risveglio ancora non arrivano. Vedere una Suzuki vincere la gara arrivando 35 secondi prima di lui forse lo indurrà a qualche riflessione.
JOHANN ZARCO 4
Il francese e la sua Ktm sembrano due realtà quasi incompatibili,e quel binomio che sulla carta prometteva bene rischia di rivelarsi un flop clamoroso. La moto non è da titolo mondiale ma il confronto con Espargaro e anche col debuttante Oliveira comincia a diventare imbarazzante.
Alfonso Paduano
Area degli allegati