WSBK, Phillip Island apre il campionato 2019

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Come è ormai tradizione consolidata, sarà il mondiale Superbike ad aprire ufficialmente la stagione agonistica a due ruote. E sarà come sempre il circuito di Phillip Island ad ospitare il round di apertura di quello che nelle intenzioni, o meglio nelle speranze degli organizzatori vorrebbe essere il mondiale della svolta. L’innegabile calo di interesse e di spettacolo di cui soffre la categoria ha spinto il promoter ad intervenire con provvedimenti a dire la verità non sempre condivisibili e che si sono spesso rivelati peggiori del male, di seguito le novità di quest’anno.
DELIBERATO IL NUOVO FORMAT
Per le prove libere del venerdì si torna a due soli turni, come è stato fino al 2017, eliminando la FP3 della quale peraltro non si era mai sentita una reale esigenza. Restano in programma quindi solo FP1 e FP2, così come per SSP 300 e SSP 600. Rivoluzionate le qualifiche del sabato che non saranno più suddivise in SP1 e SP2 ma si svolgeranno in una sessione unica per tutte e tre le categorie. Per la SBK i tempi ottenuti in qualifica andranno a definire lo schieramento di partenza di Gara 1 del sabato e della Gara Sprint della domenica. La domenica si aprirà proprio con la Gara Sprint della SBK, denominata ‘Gara Tissot Superpole’. Questa si disputerà sulla distanza di 10 giri e vedrà assegnare punteggi dimezzati solo ai primi nove classificati. Al vincitore saranno assegnati 12 punti, 9 al secondo, 7 al terzo e poi a scalare fino ad un punto per il nono classificato. La griglia di partenza di Gara 2 del pomeriggio sarà definita dai primi nove classificati della Gara Sprint mentre dal decimo in poi varranno i tempi delle qualifiche. Viene quindi finalmente eliminata la griglia di partenza invertita in Gara 2 ma il tutto appare sempre cervellotico e di non immediata comprensione.
DUCATI, YAMAHA E BMW TENTANO L’ASSALTO AL TRONO DI REA.
Kawasaki
Il team campione del mondo schiera una ZX10R affinata e migliorata soprattutto nel motore, che ha guadagnato qualche centinaio di giri in allungo. Ma non c’è dubbio che il vero asso nella manica del team KRT resti Johnatan Rea, come sempre metodico e scrupoloso nel lavoro di messa a punto durante i test precampionato. Il nordirlandese è apparso imprendibile a Jerez e Portimao mentre ha incontrato qualche difficoltà nella due giorni di test australiani Il potenziale della Kawasaki resta comunque di gran livello, come evidenziato dalle prestazioni di Leon Haslam, neo compagno di squadra del campione del mondo, e di Toprak Razgatioglu, la giovane promessa turca in forza al team Puccetti.
Ducati
La due giorni di test appena conclusa sul circuito australiano ha messo in mostra un Alvaro Bautista in forma strepitosa che ha fatto volare la sua Panigale V4R. Lo stesso non si può dire però per i compagni di marca, alle prese con problemi tecnici di varia natura e, nel caso di Chaz Davies, con un’intesa col mezzo che stenta ad arrivare. Difficile capire se la lunga esperienza in MotoGP con la Ducati ed il V4 abbia in qualche modo aiutato Bautista nel lavoro di messa a punto, certo è che la V4R non sembra essere una moto facilissima da interpretare, come evidenziato dalle difficoltà che incontrano anche Laverty e Rinaldi. Sicuramente il potenziale della moto è molto alto, grazie soprattutto ad un motore prodigioso che vanta quasi 2000 giri di allungo in più sulla migliore concorrenza.
Yamaha
Nessuno stravolgimento tecnico sulle R1 ma un costante lavoro di affinamento per quella che spesso, nella passata stagione, è sembrata essere la seconda forza del campionato. Confermati i due piloti del team ufficiale, la novità è costituita dal team satellite GRT con Melandri e Cortese. Per il ravennate, la cui partecipazione al mondiale è stata a lungo in forse, una nuova occasione con una moto certamente di buon livello e con cui sta poco a poco trovando fiducia e confidenza. Anche Cortese, vincitore del titolo SSP 600 lo scorso anno, ha dimostrato di non soffrire particolarmente il passaggio di categoria mettendo in mostra prestazioni vicine a quelle dei ben più esperti compagni di marca.
Bmw
La vera sorpresa è venuta dalla nuova Bmw, che almeno nelle mani di Sykes sembra promettere davvero bene. L’inglese, messosi alle spalle un periodo difficile sul piano personale ha trovato gran giovamento dal cambio di casacca, e di sicuro tornare ad essere il punto di riferimento della squadra è qualcosa di cui aveva da tempo bisogno. Dopo aver fornito ottime prestazioni a Jerez e Portimao, Sykes ha sbalordito nei test di Phillip Island dove ha chiuso al secondo posto a soli due decimi da Bautista. Un tempo frutto anche della grande efficacia dell’inglese sul giro secco ma che resta un gran segnale. Innegabile poi che la lunga esperienza maturata nel team pluricampione del mondo sia stata di grande utilità per i tecnici tedeschi, che hanno forse finalmente trovato chi è in grado di indirizzare al meglio il lavoro di sviluppo.
Honda
Dopo tante incertezze e tentennamenti la casa dell’ala dorata sembra volersi finalmente impegnare a fondo nel mondiale delle derivate di serie. La partnership con lo storico preparatore Moriwaki potrebbe dare quell’impulso allo sviluppo che troppo spesso è mancato in passato. Sul fronte dei piloti, al confermato Camier è stato affiancato il giapponese Kyonari, a lungo protagonista nel campionato inglese BSB. Per questo rinnovato impegno Honda ha deciso di legarsi ad una squadra di provata capacità ed esperienza, quel Team Althea di Genesio Bevilacqua che da tempo aspirava ad un salto di qualità. Con il team satellite Althea MIE ed una Honda correrà anche il giovane e promettente Alessandro Delbianco.
Suzuki
Infine un cenno a quella che al momento è poco più di un’indiscrezione, ovvero il possibile ritorno, in veste non ufficiale, della Suzuki. Il Team Ten Kate dopo la burrascosa separazione da Honda sarebbe infatti intenzionato a rientrare nella fase europea del campionato schierando due GSXR 1000, con la casa che fornirebbe un piccolo contributo sotto forma di materiale e sviluppo tecnico. Per i piloti circolano i nomi di due ‘appiedati di lusso”, il francese Loris Baz ed il nostro Lorenzo Savadori. .Come detto, tutto da confermare, certo un rientro anche non ufficiale della Suzuki compenserebbe in parte il simultaneo abbandono di Aprilia e MV Agusta oltre a segnare il ritorno delle quattro case giapponesi al mondiale Superbike.
CIRCUITO DI PHILLIP ISLAND
Lunghezza 4448 metri, 12 curve di cui cinque a destra e sette a sinistra. Senso di percorrenza antiorario. La pole position lo scorso anno andò a Sykes in 1.30.099, mentre entrambe le gare furono vinte da Marco Melandri.
ORARI TV
Sabato 23 febbraio 2019
00:00 – 00:20 Prove libere 3 (in diretta su Sky Sport MotoGP e Eurosport 1)
02:15 – 02:40 Superpole (in diretta su TV8, Sky Sport MotoGP e Eurosport 1)
05:00 Gara 1 (in diretta su TV8, Sky Sport MotoGP e Eurosport – replica su TV8 alle ore 14)
Domenica 24 febbraio 2019
23:30 – 23:45 Warm Up
02:00 Gara Sprint (in diretta su Sky Sport MotoGP e Eurosport – differita alle 04.05 su TV8)
05:00 Gara 2 (in diretta su TV8, SKY Sport
Alfonso Paduano