Si può prestare la propria vettura senza avere obblighi di registrazione? Sì, lo dice il Consiglio di Stato

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Libertà di prestare la macchina a chiunque, senza obblighi di registrazioni o altre complesse pratiche burocratiche che una norma scritta in fretta e furia aveva messo a rischio. Il Consiglio di Stato ha respinto gli appelli presentati dal Ministero dei Trasporti e dell’Interno contro l’ordinanza di sospensiva del Tar del Lazio. Il nodo della discordia è l’intestazione temporanea dei veicoli. I giudici del Consiglio di Stato hanno confermato quanto scritto dal tribunale amministrativo regionale: chi guida un’auto a noleggio non propria per un periodo superiore ai 30 giorni non deve registrarsi presso l’archivio nazionale dei veicoli alla Motorizzazione annotando sul libretto della vettura nome e cognome, così come previsto da una circolare del Ministero dei Trasporti. Lo scopo della legge, secondo chi l’ha scritta, è individuare più facilmente chi commette infrazioni e accertare le responsabilità, oltre a smascherare i prestanome. Ma si è capito da subito che applicarla sarebbe stato un incubo di burocrazia. Chi è in grado di riconoscere se il conducente sta guidando quel mezzo da più di trenta giorni? E le aziende? Con le macchine che passano da un lavoratore all’altro, come si sarebbero dovute comportare? Un caos. Per ora la misura sospensiva però vale solo per i noleggiatori. A mettere in moto la macchina legale sono stati i noleggiatori, attraverso l’associazione di categoria Aniasa. «Adeguarsi alla norma comporterebbe complesse modifiche delle strutture amministrative aziendali» commentano in attesa della prossima udienza del 28 maggio . «La pronuncia del Consiglio di Stato», commenta Pietro Teofilatto – direttore della sezione noleggio a lungo termine, «evidenzia la necessità anche di un attento riesame delle conseguenze della normativa che rischia di coinvolgere -inutilmente e con costi spropositati- un settore che, oltre a garantire all’Erario 2 miliardi di entrate, è pronto a collaborare con le PA interessate. Si tratta di individuare a costo zero le migliori soluzioni per una maggiore responsabilizzazione e sicurezza nella circolazione stradale e per l’emersione di situazioni non trasparenti o contrarie all’ordinamento. In tale ottica, i lavori in corso per la revisione del Codice della Strada potrebbero essere un’occasione preziosa». (da Asaps.it)