MotoGP, le pagelle di Motegi

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MARC MARQUEZ 10
Quarta vittoria consecutiva, decima di una stagione che conta anche cinque secondi posti nelle sedici prove fin qui disputate. Un ruolino di marcia spaventoso macchiato solo dallo ‘zero’ di Austin, peraltro nemmeno dovuto ad un suo errore. Se non bastassero questi numeri, mettiamoci anche il titolo costruttori e quello per team, che Marquez ha vinto praticamente da solo. Come sempre perfetto nel preparare la gara, gestita poi col totale controllo della situazione. Deve anche fare i conti col consumo di benzina, affrontato in modo tanto perfetto da rimanere a secco nel giro di rientro ai box. Sempre difficile ed improprio confrontare protagonisti di epoche diverse, ma forse a livello di puro talento ci troviamo davvero di fronte al più grande di tutti i tempi-
FABIO QUARTARARO 9
Incoronato dallo stesso Marquez come sfidante per il titolo nella prossima stagione, il francese si conferma ‘primo degli altri’, oltre che nettamente il migliore dei piloti in sella ad una Yamaha. Nonostante la scelta della gomma soft al posteriore e l’inizio di gara garibaldino gestisce al meglio il proprio passo resistendo al ritorno finale di Dovizioso. Oggi è matematicamente ‘rookie of the year’, ma ha tutte le carte in regola per aspirare a ben altri riconoscimenti.
ANDREA DOVIZIOSO 8
Gran bella gara del forlivese, ancora una volta miglior pilota Ducati all’arrivo. Magistrale come sempre la sua visione di gara, ancora un giro e sarebbe arrivato secondo. Ormai l’obiettivo finale è il secondo posto in campionato, che sembra ormai in cassaforte, ma è evidente che per lottare contro questo Marquez serve ben altro potenziale tecnico.
MAVERICK VINALES 6
Solita gara in cui manca qualcosa, e stavolta non c’è nemmeno la consolazione del podio. Nel finale paga il forcing su Dovizioso, subendo il calo della gomma posteriore, ma le sue prestazioni in gara continuano ad essere troppo altalenanti.
CAL CRUTCHLOW 7
Bentornato British Buldog ! Un risveglio quasi insperato, fatto intravedere in prova e confermato in gara. Certo è solo un quinto posto ma la prestazione è un toccasana per il morale alla vigilia dell’Australia che lo scorso anno rappresentò l’inizio del calvario. Forza Cal !
FRANCO MORBIDELLI 6
Merita la sufficienza per i progressi evidenziati soprattutto in qualifica, dove per la prima volta riesce a mettersi dietro lo scomodissimo compagno di squadra. In gara dopo un buon avvio paga il calo della gomma posteriore soft anche a causa della sua guida un pò più aggressiva di quella del francese.
ALEX RINS 5
Prestazione incolore del giovane spagnolo della Suzuki che non riesce ad emergere come ad inizio stagione. Il gran passo messo in mostra nel warmup sembrava preludere addirittura ad un possibile podio, ma la gara ancora una volta è stata un’altra cosa
LOAN MIR 6
Nel giudizio va va sempre tenuto conto che ci troviamo di fronte ad un debuttante, che spesso e volentieri in prova ed in gara ricalca le prestazioni del ben più esperto compagno di squadra.
DANILO PETRUCCI 4
Motegi sulla carta rappresentava per il ternano e per la Ducati l’occasione più favorevole da qui a fine stagione, e le premesse parevano esserci tutte. Invece la gara ha riproposto il solito copione, anonimo e lontanissimo dalle prestazioni del compagno di squadra. Un plafonamento che si trascina da molte gare e che pare purtroppo ormai consolidato-
JACK MILLER 5
Un inizio di gara gagliardo e promettente, pagato però a caro prezzo dopo pochi giri. Deve migliorare nella gestione della corsa, perché il talento e la velocità sono fuori discussione.
VALENTINO ROSSI 4
Difficile aspettarsi di peggio dopo il fine settimana thailandese, invece purtroppo per il pesarese la strada si sta facendo sempre più in salita, e la caduta nel finale sa quasi di liberazione. A parte il disorientamento tecnico che pare regnare nel box, con soluzioni giudicate migliorative e poi invariabilmente giubilate, si tenta la carta dello stile di guida, ma forse ci si è svegliati troppo tardi. Le difficoltà generali della Yamaha avevano rappresentato il mezzo gaudio del male comune ma ora i limiti sembrano essere più che altro del pilota. Serve un reset per capire se davvero ci sia la possibilità di risalire la china, la sua carriera non merita un finale così.
ANDREA IANNONE 3
La caduta conta poco nel giudizio finale, ispirato più che altro dalla differenza di prestazioni rispetto al volonteroso compagno di squadra. Un gap in qualifica assolutamente imbarazzante, frutto magari della demotivazione, ma che resta ingiustificabile.
JORGE LORENZO 3
Alla vigilia aveva manifestato ottimismo e buoni propositi, confermati pur dopo prove come sempre deludenti. In gara un diciassettesimo posto ad oltre 40 secondi dal compagno di squadra suona come l’ennesima condanna, ed ormai anche l’umore e la pazienza del team hanno raggiunto il livello di guardia.
Alfonso Paduano