Ciro Esposito il tifoso del Napoli non ce l’ha fatta

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Non ce l’ha fatta Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito a colpi di pistola prima della finale di Coppa Italia il 3 maggio scorso. Il giovane, ricoverato dal 3 maggio al Policlinico Gemelli di Roma, si è spento nel primo pomeriggio. A nulla sono valse le numerose operazioni subite in queste settimane per cercare di salvargli la vita. Nelle ultime ore le sue condizioni erano “repentinamente peggiorate” a causa di un’infezione polmonare.

LO STRAZIO DEI GENITORI — “Non è possibile”, hanno continuato a ripetere in mattinata i parenti di Ciro, fuori dal Pronto Soccorso del Gemelli, da cui si accede al reparto di Terapia Intensiva. Qualcuno già piangeva, come la fidanzata Simona; papà Giovanni, invece, ha lo sguardo fisso nel vuoto, fumava una sigaretta dopo l’altra. “Stava bene – diceva con un filo di voce -, ma nelle ultime ore si èaggravato”. La mamma di Ciro, Antonella Leardi, è rimasta invece al capezzale del figlio in fin di vita. Anche il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, era già stato messo al corrente del peggioramento delle condizioni di Ciro. Alle iniziali complicazioni respiratorie di ieri, sarebbero sopraggiunte complicazioni multi-organo delle ultime ore.

LO SFOGO — Con la famiglia di Ciro, c’è anche Gino Di Resta, presidente del Napoli Club Roma. Si sfoga contro le istituzioni: “Roma non ha il sindaco. Qui dal 3 maggio non è venuto nessuno, e qui non è arrivata una bottiglia d’acqua. Marino, in periodo di campagna elettorale, è passato qui a salutare i bambini, a 50 metri c’era Ciro. E non è venuto. Anche il Questore è complice: far parcheggiare i tifosi del Napoli a Roma Nord e non a Roma Sud (Tor Vergata, ndr) è stata una follia. Per la finale di due anni fa, il servizio d’ordine fu perfetto. Stavolta nullo”. È stato proprio Di Resta a mettersi in contatto con De Laurentiis: “Mi ha detto che il Napoli è la famiglia di Ciro”.