Denudatemi pure, ma datemi un libro!

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Tempo di Avvento. Prima domenica. Un dato importante per una sezione dedicata alla cultura e ai libri in particolare? Sì, se si ricorda che tale periodo preannuncia il Natale. Diciamocela tutta, al momento in cui ognuno di noi, senza osannare l’aspetto consumistico, si aspetta di essere curato dai propri cari mediante un dono. Così, mentre giovani e non si dilettano con l’invio delle “gift cards” o “cartoline” mediante siti, Social Network, e via discorrendo, o immagini tramite WhatsApp, i più tradizionalisti – meno male! – si dilettano nella scelta dell’uno o dell’altro regalo grazie all’arrivo di tredicesime e quattordicesime, laddove ancora esistono!

Non bisogna poi scervellarsi poi tanto: regalate una finestra sul mondo. Ad una persona malata in ospedale, ad un bambino che non può correre nei prati perché ancora intento ad imparare i primi passi, ad una persona anziana che ami avere il cervello “allenato”, a una casalinga quanto ad una donna manager, ad uno studente che ha quotidianamente a che fare con testi universitari e manuali vari, è sovente cosa gradita ricevere un oggetto che spesso non viene acquistato.

Perché? Siamo pigri; siamo veloci nell’apprendere da applicazioni varie le ultime notizie di cronaca, magari mediante una rapida occhiata a questa o quell’altra pagina Facebook che rimanda all’ultimo blog trovato per caso, quanto scorrendo tra i titoli o l’ultima di copertina del nostro quotidiano preferito, versione online, ma molto lenti nello scegliere di presenziare all’ultima presentazione delle ultime “uscite editoriali”.

Un libro è nella stragande maggioranza dei casi una richiesta di condivisione di una fetta di quella realtà che magari non ci appartiene; o, ancora, l’invito a conoscere questa o quell’altra nazione tramite le sue tradizioni o – perché no? – la proposta di aumentare il nostro sapere in materie ancora troppo poco studiate, come quelle scientifiche.

Da ragazza che all’età di soli quattordici anni si appassionava con testi quali “I dolori del giovane Werther”, scritto da Johann Wolfgang Goethe e pubblicato nel lontano diciottesimo secolo d.C., ritenendolo ancora attuale, da donna trentacinquenne che recensisce testi con un’esperienza decennale e senza essere inficiata dalle regole della comunicazione o, meglio, del marketing, consiglierei a quanti non sanno proprio da dove iniziare di visionare le classifiche dei libri più venduti da questa o da quell’altra catena di vendita per riscoprire il gusto della lettura.

Non me ne vogliano i fautori dell’innovazione, o gli amanti degli eBook, ma lasciatevi trasportare ancora dal colore paglierino delle pagine ingiallite di un libro, passato di nonno in nipote, dallo sfogliare quasi sacro dell’ultimo testo acquistato o ricevuto e dal gusto della lettura in quanto tale.

Come un estimatore di tabacco, un degustatore, un ristoratore che sapientemente dosi colori e sapori, rievocando alla mente emozioni e sensazioni derivanti dal nostro mondo ancestrale, un libro può, e per certi versi, deve, essere quella finestra sul mondo che ci concede, fermandoci, di migliorarci anche e soprattutto attraverso il piacere della sua lettura.

Per coltivare, nonostante il calo delle vendite, una sana abitudine. Uno sponsor noto affermava di poter fare a meno di tutto tranne che di un oggetto di lusso. Io, invece, dichiaro: “Denudatemi pure, ma datemi un libro, affinché possa divorarlo con gli occhi, e non solo!”.

Naturalmente, la mia media di libri al mese dipende dalla mia professione, ne recensisco così tanti!
Non vi chiedo altro che di regalarne tanti quanti se ne vorrebbero ricevere e se – perbacco! – tale desiderio non è così forte, di esercitarvi ad aumentarlo.
Possono crollare i palazzi, spesso siamo incapaci di arginare i disastri ambientali, il nostro Paese spesso sembra un continuo “crollare”, di intere zone geografiche – non eche lo giustifichi, sia chiaro – ma la maggiore perdita consiste quando, al di là di grandi colossi, come la libreria internazionale Tréves, fondata nel 1861, o Guida, rischiano di sparire come mai esistiti, portando via con sé tracce di una memoria indimenticabile, il cui elevato patrimonio va salvaguardato anche con il semplice gesto di un acquisto annuale.

Già sarebbe una conquista, se si pensa alle statistiche sul consumo di tale indispensabile strumento dell’apprendimento.

"Denudatemi pure, ma lasciate accanto a me un libro, affinché possa divorarlo con gli occhi, e non solo!".

“Denudatemi pure, ma lasciate accanto a me un libro, affinché possa divorarlo con gli occhi, e non solo!”.

Lidia Ianuario
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