Il “simpatico elitarismo” di un’auto

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Un creativo: Carlo Rampazzi. Le sue automobili: Bentley e Porsche. Il binomio “Automotive” e “Fashion System” non è mai stato così stretto come in questi ultimi tempi. Le automobili vengono concepite come una struttura meccanica rivestita da un carapace di puro design, in grado di rendere il prodotto accattivante e desiderabile, in linea con le ultime tendenze di una moda trasversale i cui dettami di stile ormai connotano ogni esperienza di vita e ogni oggetto d’uso. Questo binomio era stato avvertito molto chiaramente già dieci anni fa da Carlo Rampazzi, Architetto e Interior Designer di origini svizzere. Con la sua capacità di precorrere i tempi e la sua costante fusione tra la realtà e il sogno, tra la vita quotidiana e il suo personale piano astrale, Rampazzi desiderava che la sua automobile fosse una proiezione di se stesso. Personaggio elegante e sicuro di sé, ma allo stesso tempo disinibito e creativo, è capace di lanciarsi in qualunque avventura lo spingano il suo desiderio e la sua volontà.

La sua auto doveva assolutamente rispecchiare queste caratteristiche: “Volevo una vettura nuova, giovane ma al tempo stesso elegante. Un’auto mia, capace di distinguermi”.

Così la scelta è caduta su una 3333Bentley, esattamente il modello Continental Flying Spur, una berlina quattro porte in grado di contenere la potenza di 559 cavalli e tutto l’estro creativo del suo proprietario. Un’auto espressione di eleganza e potenza, dove farsi trasportare da un autista, ma anche da poter guidare personalmente, assaporando in prima persona le qualità di un grande motore, della velocità che sfiora i 312 km/h e ha un’accelerazione da 0 a 100 in poco più di 5 secondi. Ma un creativo come Rampazzi, che ha fatto della potenza dei colori la caratteristica fondamentale della sua vita e delle sue progettazioni, non poteva accontentarsi di un colore classico, “da catalogo”.

La sua Bentley doveva essere unica, proprio come lui. Come uno stilista che disegna un abito scegliendo con cura i colori delle stoffe e tutti gli accessori per un outfit perfetto, la prima richiesta di Rampazzi alla casa costruttrice è stata la personalizzazione della carrozzeria e degli interni. Così si è recato personalmente in fabbrica, in Inghilterra, dove ha potuto creare personalmente il colore che aveva in mente: un verde dalle tonalità chiare, una tinta 4444pastello non metallizzata e successivamente battezzata “Lemon-green”,  il colore dei paesaggi della vita di Rampazzi. Per gli interni, l’architetto ha scelto un colore chiaro e ha curato e definito ogni minimo dettaglio, ottenendo una totale personalizzazione. 

Ecco così palesato quel concetto di “simpatico elitarismo” in cui Rampazzi si identifica: “Mi piace da impazzire. Del resto, tutte le cose preziose sono rare e questa auto è unica”.

Per rendere ancor più stretto il legame con la sua auto e il suo stile, l’architetto ama stupire abbinando alcuni capi e accessori al colore della sua Bentley. Eccolo, ad esempio,  scendere dall’auto con un paio di stivaletti color “Lemon-green”, un regalo della stilista di calzature d’elite Olga Berluti, sua grande amica. Dopo aver sfrecciato per le vie di Parigi insieme a Rampazzi, Olga si ricordò esattamente il CH ILLUSTRIERTE 2008.12.29 pag3colore della Bentley e gli fece recapitare un paio di stivaletti fatti apposta per lui, della stessa tinta dell’auto.

Come dice Carlo Rampazzi: “C’è chi  disprezza ciò che non conosce e chi lo apprezza perché ha i colori dentro”.

Anche per la Porsche Turbo Cabrio, la sua auto preferita per i mesi estivi, è avvenuta una personalizzazione completa: la carrozzeria e gli interni sono caratterizzati da sfumature di arancione molto intense. Impossibile non notare quest’auto, ma ancora più impossibile non notare il suo proprietario. (Comunicato Stampa)