MotoGP, lavori in corso

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Con lo stop ai test, congelati per due mesi, la MotoGP è ufficialmente in vacanza, La pausa invernale è però ormai ridotta a poca cosa anche per gli stessi piloti, che dopo qualche settimana di meritato riposo riprendono ad allenarsi mentre per le squadre questo periodo è fondamentale per la messa a punto di ciclistiche e motori per il 2018. Le ultime giornate di test sono state cruciali per trovare il maggior numero possibile di riscontri utili ad indirizzare i tecnici nella giusta direzione, e quello che è emerso al termine di questa avvincente stagione 2017 è l’assoluta necessità per gli ingegneri di sviluppare ciclistiche in grado di far funzionare al meglio le capricciose gomme Michelin. Partendo da questo presupposto si può notare come un po’ tutti i tecnici abbiano cercato soluzioni simili, intervenendo su distribuzione dei pesi e rigidezze. C’è chi è chiamato ad un lavoro di affinamento e chi, come Yamaha, ha dovuto addirittura mettere una pietra sopra al progetto 2017 e ripartire da zero.
HONDA, ANCORA IL MOTORE IN PRIMO PIANO
Come da sua tradizione, la casa campione del mondo dedica molta attenzione al propulsore, Se il grosso dei cambiamenti è stato fatto tra il 2016 e l’inizio del 2017, con l’introduzione dell’albero motore controrotante e la nuova fasatura di accensione, anche nei recenti test sono continuati gli aggiornamenti motoristici, alla ricerca soprattutto di una migliore erogazione e trattabilità ai regimi intermedi. La potenza in alto non è mai stata un problema per il motore Honda, quello che si cerca ora è una maggiore corposità ai medi, ed allo scopo sono state provate vaie soluzioni di scarichi. Sul fronte della ciclistica si è visto un nuovo telaio, provato da entrambi i piloti ma con Marquez che è poi tornato sulla ciclistica di quest’anno.
DUCATI, SI CERCA UNA STRADA UNICA
Per Ducati l’obiettivo sembra essere quello di trovare una direzione che possa conciliare le diverse esigenze di Dovizioso e Lorenzo. La casa bolognese quest’anno è stata la più rapida a correggere il tiro ed adattare la ciclistica alle nuove gomme introdotte da Michelin all’arrivo in Europa. E’ stato messo in campo un nuovo telaio, con maggiore flessibilità nella parte anteriore, che si è sposato alla perfezione con le esigenze di Dovizioso. Sembra che la stessa ciclistica non sia stata adottata invece da Lorenzo, che ha proseguito con il solito telaio ed ha lavorato soprattutto sulle altezze. Questo è stato secondo noi un contributo molto importante dello spagnolo, che fin dalle prime prove con la Desmosedici ha sentito l’esigenza di alzare la posizione di guida e quindi il baricentro del complesso moto/ pilota. All’inizio si è intervenuti semplicemente alzando il piano di seduta, poi si è lavorato sfilando in maniera sensibile gli steli della forcella. La stessa direzione è stata poi seguita anche da Dovizioso, ed a questo punto l’innalzamento del centro di massa sembra uno dei punti cardine del progetto 2018, con il probabile riposizionamento del motore nel telaio.
YAMAHA, TUTTO DA RIFARE
Inverno difficile per la casa di Iwata, che di fatto, tecnicamente parlando, ha buttato via la stagione. La discussa ciclistica 2017 ha costretto a diversi interventi nel corso del campionato che non hanno mai pienamente risolto i problemi generandone spesso di nuovi, Difficile capire dove stiano le colpe, di sicuro le nuove gomme hanno spiazzato i tecnici ma forse qualche svista è stata dovuta alle diverse percezioni ed esigenze dei due piloti. I grandi risultati di Vinales nei test precampionato e nelle prime gare hanno convinto che la strada fosse quella giusta, lo stesso Rossi, meno efficace del compagno, si è dovuto arrendere al’evidenza. Le successive difficoltà hanno poi costretto a rivedere tutto, procedendo un po’ per tentativi, ma il susseguirsi incalzante delle gare e la penuria di test certo non aiutano, ed il team è andato in confusione. Nel frattempo le eccellenti prestazioni di Zarco con la M1 satellite hanno confermato che la direzione scelta non fosse quella giusta, e dopo comparazioni di tutti i generi si è deciso di accantonare definitivamente le varie ciclistiche 2017. Nelle due giornate di test svolte dal team a Sepang sono stati convocati tutti e tre i piloti, con Zarco che presumibilmente diventerà parte attiva nelle scelte. Sembra che ora i pareri siano concordi nel giudicare la vecchia ciclistica 2016 superiore, e da quella si partirà per la definizione della nuova moto. Promosso subito invece il motore 2018.
SUZUKI, SI RIPARTE DAL MOTORE 2016
Anche per la casa di Hamamatsu quella 2017 è stata una stagione fallimentare, la contemporanea partenza di Vinales ed Aleix Espargaro ha lasciato la casa giapponese senza riferimenti e si è dovuti ripartire da capo. L’arrivo di un pilota indubbiamente veloce come Iannone ma che ha maturato tutta la sua esperienza di Motogp su una moto particolare come la Ducati non ha certamente aiutato. Dopo aver cercato per tutta la stagione nella ciclistica la soluzione dei problemi, è stato il propulsore ad essere messo in discussione. Il motore 2017, giudicato migliore nei test precampionato dall’abruzzese, si è rivelato invece troppo aggressivo e scorbutico, Si è così rispolverato quello 2016 che ha soddisfatto entrambi i piloti, quindi si torna indietro, e gli ottimi riscontri ottenuti nei test di Jerez sembrano confermare che la direzione intrapresa sia quella giusta.
APRILIA E KTM ATTESE ALLA CONFERMA
Sono le due squadre che hanno mostrato i maggiori progressi nel corso del 2017, con la casa austriaca in particolare che dopo essere arrivata alla vittoria in Moto2 ha compiuto un vero e proprio balzo in avanti anche in Motogp. Dopo il tribolato inizio nelle tre trasferte extraeuropee, la musica è subito cambiata a Jerez, anzitutto grazie all’introduzione di importanti novità tecniche. Gli interventi sul propulsore, con la nuova fasatura, hanno contribuito a risolvere i problemi di trazione e le prestazioni sono sensibilmente migliorate verso la fine della stagione, entrambi i piloti sono riusciti a portare le moto in Q2 e a finire le gare in posizioni di metà classifica. Certo le grandi risorse finanziarie pesano non poco, ed in questo senso è rimarchevole quanto fatto da Aprilia, che proprio sul fronte degli investimenti trova le maggiori difficoltà. Aleix Espargaro ha fatto un grande lavoro, anche se spesso ha vanificato in gara quanto di buono messo in mostra in prova. Sembra che la moto di Noale abbia un grande potenziale ma sia abbastanza ‘estrema’ nelle sue caratteristiche, e le grandi difficoltà incontrate da Redding nel corso dei primi test sembrano confermarlo. Entrambe le case hanno provato novità sul fronte della ciclistica, con Ktm che ha lavorato su forcellone e ancoraggio dell’ammortizzatore mentre Aprilia è intervenuta sul telaio, alla ricerca di maggiore flessibilità nella zona anteriore
DEBUTTI PROMETTENTI
Infine qualche considerazione sui piloti al debutto o che hanno cambiato casacca. Incoraggianti le prestazioni di Morbidelli e Nakagami, entrambi con la Honda. L’italiano ha affrontato la sua avventura in Motogp nel team Marc VDS con il solito approccio riflessivo e metodico, mostrando progressi costanti ed alla fine anche discreti riscontri cronometrici. Stessa cosa per il giapponese con la Honda di Cecchinello. Detto delle difficoltà di Redding con l’Aprilia, non si può fare a meno di notare come i piloti che arrivano alla Ducati si trovino ora più facilmente a proprio agio. Pare incredibile, vista la fama di moto difficile e particolare che da sempre accompagna la Desmosedici, ma tanto Miller quanto il meno talentuoso Rabat si sono detti entusiasti delle caratteristiche della moto. segno che qualcosa è davvero cambiato nella natura della rossa di Borgo Panigale.
Alfonso Paduano