Intervista a Laura Corsini, autrice del libro “Non si dispensano tartase”.

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Laura Corsini, autrice nata a Pesaro, laureata in filologia classica, vive in Emilia Romagna. Donna dalla personalità combattiva, lo spirito sensibile, il tono ironico, ma sempre aperta al dialogo, Laura è una scrittrice di quelle che non se ne ritrovano più. Prima di tutto perché conosce l’Accademia della Crusca. Sembrerà strano, ma gli autori d’oggi non sanno scrivere. Pagherebbero qualsiasi casa editrice pur di vedere la loro bella copertina, forma senza contenuto. Invece, scorrendo le pagine di “Non si dispensano tartase”, si evince una scrittura molto particolare.

Laura, di cosa parla il suo libro e, dato il titolo, cosa invece dispenserebbe?

Il libro parla di tante cose, ma al centro della narrazione c’è un uomo, giunto alla crisi di mezza età e di fine secolo. Quando andavo a scuola mi colpì, in un libro, l’affermazione che quelli che si ritrovano a vivere la fin de siècle in qualche modo provano lo struggimento di qualcosa che finisce e, non a caso, questi periodi sono densi di artisti. Non ho avuto ancora modo di verificare se l’affermazione sia esatta, ma, prendendo spunto dalla fine di un millennio che abbiamo appena vissuto, ho scritto la storia di Guido. Cosa dispenso? Spero un buon romanzo da gustare.

La storia ha come protagonista un uomo, che si sente uguale agli altri, come da introduzione al libro. Ossia?

Non proprio uguale agli altri, sente di non desiderare più nulla, cosa che può succedere a molti; arrivato a un certo punto della sua vita l’indifferenza e l’incomprensione di chi lo circonda segnano la sua anima e dovrà capirne bene il motivo, prima di guarire dalle ferite.

Questo non è il suo primo testo. Come differisce dagli altri e perché?

Ho già pubblicato un libro per bambini “Il fantastico Hoppy” in cui ho piacevolmente ritrovato la tenerezza e la purezza dei cuccioli, il romanzo “Il cuore a volte cammina all’indietro (come i gamberi)” che è la storia di una donna che compie un viaggio alla ricerca della verità; Simona, prima di andare avanti, deve camminare all’indietro e capire bene le motivazioni del suicidio di una persona molto cara indagando nel suo passato. Infine è uscita la raccolta “Tutti gli incontri possibili”, una serie di brevi racconti che si cimentano con le possibili occasioni di incrocio di due destini. Questo ultimo libro è stato però per me la fatica più ardua, perché faccio parlare in prima persona un uomo, anche della sua intimità e questo credo che per una donna non sia proprio semplice.

Se potesse ripensare al suo iter come scrittrice, quale errore non commetterebbe e cosa, invece, rifarebbe?

Non mi tufferei a pubblicare con il primo che mi fa una proposta “gratuita”. Anche se non si spende nulla poi ci si può rimettere in termini di immagine e fiducia del pubblico. Ora seleziono meglio i miei editori, mi interessano la cura e l’amore che pongono nel testo. Cosa rifarei? Di sicuro impegnarmi al massimo per realizzare i miei sogni.

Crede che essere scrittrici oggi e presentare dei prodotti che invoglino alla lettura sia difficile?

Sì, per me lo è, ma non so dire quale sia la molla che fa diventare popolare uno scrittore. La sua simpatia, gli argomenti che tratta, i personaggi, lo stile… Non lo so e per questo continuo a provarci.

Come descriverebbe lei, che è anche illustratrice, la parola “libro” ad un bambino di quattro-cinque anni?

Il libro è una porta per un mondo magico. Adoro il libro illustrato, pur non essendo illustratrice di professione mi piace disegnare. Da piccola trascorrevo ore e ore davanti alle tavole dei volumi di fiabe. Poi ho imparato a leggere e tutto è diventato ancora più bello. Una tana, uno scrigno… ecco cos’è per me un buon libro.

Infine, per concludere, essendo questa una rivista di settore, che riguarda i motori e il mondo che vi ruota intorno, quale marcia ora vorrebbe ingranare?

Spesso parto in quarta, ma, quando vado troppo veloce, mi capita sempre di battere il muso e fermarmi bruscamente, quindi sarebbe meglio partire dalla prima e lasciare ogni cosa prendere velocità con gradualità, a suo tempo e luogo.

Grazie Lidia, sa già la stima che provo nei suoi confronti, saluto anche chi avrà la pazienza di leggermi. Grazie.

“Non si dispensano tartase”, per acquistarlo: http://edizioni6pollici.it/store/home/3-non-si-dispensano-tartase.html

Lidia Ianuario

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